Di chi consideriamo invisibile tendiamo a preoccuparci poco. Perché è invisibile. E tanto basta. A volte però capita che occhi, cervello e buon cuore di alcuni si muovano nella giusta direzione, il che concede all’invisibile di emergere, pur lentamente, e cominciare ad occupare un piccolo spazio nel tessuto sociale.

In questo contesto, tuttavia, non parleremo delle piccole e grandi realtà che da sole si occupano di fornire aiuti laddove non ve ne siano di istituzionali; ci occuperemo invece di come e quanto si stia facendo da un punto di vista legislativo, a livello di Unione Europea, per vedere e risolvere le problematiche che una persona con disabilità si trova ad affrontare quotidianamente.

La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità (CDPD)

Il primo, fondamentale passo nel percorso verso il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità arriva a New York, grazie alla Convenzione ONU del 13 dicembre del 2006 . In tale sede, viene stipulato un trattato internazionale con lo scopo di “promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità”.

Ne elenchiamo qui alcuni dei principali, prendendo spunto dall’articolo di Andrea Cofelice per l’Università degli Studi di Padova:

  1. Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale – compresa la libertà di compiere le proprie scelte – e l’indipendenza delle persone;
  2. La non-discriminazione;
  3. La piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società;
  4. Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa;
  5. La parità di opportunità;
  6. L’accessibilità;
    La parità tra uomini e donne;
  7. Il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità.

L’Italia ratifica la Convenzione, che diventa legge dello Stato, nel 2009, così come farà l’Unione Europea l’anno seguente.
Dopo un primo breve plauso alle buone intenzioni dei Nostri, si passa alla relazione riguardante le criticità. Chi ha avuto o ha a che fare con la disabilità si renderà conto che tutti i problemi evidenziati sono proprio quanto avremmo dovuto tentare di risolvere: dalle definizioni di disabilità, ancora incerte e non in linea con quella del CDPD, alle questioni di genere, alle politiche infantili, passando per i problemi di accessibilità fisica e telematica e il riconoscimento delle libertà personali.
Evidenziamo i dati di questo rapporto non con uno spirito di irriconoscenza verso uno sforzo che comunque c’è stato, ma per meglio sottolineare come e quanto fosse necessario implementare la Convenzione con delle Strategie mirate e condivise. Cosa che è stata fatta, con diversi gradi di successo, e di cui parleremo qui di seguito.

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Le Strategie Europee sui Diritti delle Persone con Disabilità

Il 15 novembre 2010 il sito della Commissione Europea pubblica un comunicato stampa fondamentale: la strategia europea sui diritti delle persone con disabilità è ufficialmente realtà. Questo primo blocco di obbiettivi a scadenza decennale si propone in particolar modo di migliorare l’accessibilità a servizi, edifici, trasporti e comunicazioni per le persone con disabilità, di garantirne l’esercizio dei diritti relativi alla cittadinanza, di assicurare la promozione di condizioni eque di lavoro per operatori sanitari professionisti e non professionisti, di aumentare la cooperazione tra Stati membri e infine di sollecitare la sensibilizzazione sul tema – su tutto il suolo europeo.

La diversa vita dei diversi

Per meglio comprendere quali e quante siano le difficoltà ancora da risolvere, riportiamo brevemente alcuni dati del rapporto Eurostat sulle differenze esistenti tra la vita delle persone con disabilità e quella degli altri cittadini europei.

I disabili presentano tassi di povertà maggiori, rispetto agli altri cittadini:

Maggiore difficoltà a trovare lavoro e per ottenere adeguati aiuti economici da parte dello Stato.

Disparità […] nell’accesso all’assistenza sanitaria

Le donne con disabilità sono molto più a rischio di subire violenza, sia tra le mura domestiche che in altri contesti.

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Un mondo peggiore per i disabili?

Tutto farebbe credere che la situazione stia rapidamente peggiorando. Non ci sentiamo però di scendere in questo pessimismo perché, se da un lato il covid ha reso ulteriormente complessa la gestione della vita dei cittadini disabili, dall’altro è riuscito ad evidenziare e portare alla luce una serie di problemi che prima forse erano ancora dominio di pochi. In questo senso, la Strategia per i Diritti 2021-2030 rappresenta un buon passo in direzione di una migliore vita, di più ampi diritti e di maggiore dignità per più di un milione di cittadini dell’Unione.

I progressi ad oggi

Disability Platform

L’obbiettivo di formare un gruppo di esperti in cui rappresentanti della Commissione Europea, degli Stati membri e della società civile discutano di diritti e disabilità nell’UE. Presenti anche rappresentanti delle “organizzazioni di persone con disabilità”. La compartecipazione delle realtà che si occupano direttamente della questione era una ovvia necessità – che finalmente è stata esaudita.

Carta della disabilità UE

Altra questione fondamentale è il riconoscimento unitario della disabilità. Di cosa si tratta? Dello “sviluppo di un sistema di mutuo riconoscimento dello status di disabile e dei relativi benefici”, basato su un’unica card europea.

Ciò permetterebbe di ridurre, se non di eliminare, le attuali difficoltà di movimento per le persone disabili all’interno dell’Unione (una card nazionale di uno Stato, attualmente, può non essere ritenuta valida da un altro). Permetterebbe di produrre degli enormi vantaggi relativamente agli ambiti della cultura, dell’intrattenimento, dello sport e dei trasporti.

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Mondo del Lavoro e Accesso alla Giustizia

Un breve accenno a questi due ambiti: il mondo del lavoro, come abbiamo visto, presenta notevoli diseguaglianze che vanno a ledere le persone con disabilità. In questo senso, la Commissione Europea sta impegnandosi a discutere su come creare un sistema più interconnesso tra le diverse realtà nazionali, così da favorire lo scambio di lavoratori con disabilità tra i vari Paesi, concedendo di fatto un’ulteriore opportunità a chi si trova in difficoltà. Oltre a questo, la Commissione stessa si sta impegnando in una rinnovata policy per offrire pari opportunità lavorative al suo interno.

Quanto all’accesso alla Giustizia, il progresso non è dissimile: si sta attualmente discutendo con gli Stati membri e la piattaforma disabilità per implementare la fruibilità delle informazioni e l’accesso diretto (sia fisico che multimediale) alla Giustizia.

Le realtà da seguire

Ci permettiamo di segnalarvi alcuni canali in cui potrete trovare discussioni più approfondite, critiche e proposte, da parte di professionisti del settore. Per via della vastità dell’argomento, abbiamo ritenuto di indicare chi si occupa del problema nel nostro Stato, così da limitare la fortunatamente molto abbondante lista che ne sarebbe altrimenti risultata.

Linkografia:

https://www.egalite.org/

https://www.giacobini.it/

https://www.avvocatipersonefamiglie.it/chi-siamo/

https://www.universability.it/it/universability-la-rivista

http://www.anffas.net/it/chi-siamo/mission-vision/