Lo sviluppo imprenditoriale della cooperativa è da sempre legato al suo obiettivo primario: creare occasioni di formazione per persone che faticano ad accedere autonomamente al mondo del lavoro.

Chi nella propria esistenza soffre a causa di una situazione di svantaggio (per una disabilità fisica o intellettiva, per una sofferenza di tipo psichiatrico, per uno stato di dipendenza da sostanze, per una pena da scontare) vive spesso una quotidianità congelata nella patologia e nell’isolamento, senza prospettive di realizzazione di una propria autonomia personale, relazionale, affettiva. Il lavoro, in queste situazioni, rappresenta un elemento nuovo: permette l’acquisizione e l’espressione delle proprie competenze; permette di sentirsi utili e produttivi, di aprire nuove prospettive di crescita e progettualità per la propria esistenza.

Le relazioni che nascono nell’ambito della cooperativa non si strutturano come un rapporto di “cura”, ma secondo la logica degli obiettivi produttivi, dei diversi ruoli e dei compiti di ciascuno. Accostarsi agli “altri” come colleghi di lavoro permette di alleggerire il peso delle diagnosi, dello stigma sociale. L’accento è finalmente posto sulle risorse e sulla possibile evoluzione della persona.

Artcolo 14, un esempio di risposta efficace alla necessità di inclusione.

L’articolo 14 permette alle aziende di assumere lavoratori svantaggiati attraverso cooperative sociali di tipo B. Questo implica che l’azienda si impegni a concedere commesse di lavoro alle cooperative per adempiere agli obblighi di assunzione. Questa modalità di assunzione mira a beneficiare tutte le parti coinvolte: la persona con disabilità che trova lavoro, l’azienda che assolve l’obbligo di legge, la cooperativa che genera nuove opportunità di occupazione.

Giuseppe Barichello, coordinatore dei servizi produttivi Verlata, ce lo spiega in questo video.

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I progetti di inserimento lavorativo

La Cooperativa Verlata offre due tipologie di percorsi di formazione in ambiente lavorativo:

  • percorsi formativi al lavoro

  • percorsi occupazionali

I percorsi di tirocinio di inserimento lavorativo costituiscono il pilastro della formazione al lavoro. Sono rivolti a persone svantaggiate in possesso di un sufficiente grado di autonomia personale e di potenzialità lavorative da sviluppare. I progetti vengono condivisi con gli enti invianti durante incontri periodici di verifica che permettono di monitorare il grado di raggiungimento degli obbiettivi (capacità di apprendimento, competenze raggiunte, produttività, costanza, adeguatezza relazionale al contesto produttivo, ecc.).

In caso di esito positivo del percorso – dove cioè si ritenga che i risultati raggiunti consentano l’inserimento nel mercato del lavoro esterno – alla fine del tirocinio vengono coinvolti i servizi invianti (Servizi di Inserimento Lavorativo delle Ulss), che hanno il compito di individuare nel territorio aziende adatte alle caratteristiche della persona.
Dove non si ritenga opportuna l’uscita da un ambiente protetto, la cooperativa, in accordo con i servizi, offre altre soluzioni.
I tirocini possono essere rivolti anche a “soggetti deboli”, ovvero, in genere, persone in carico ai servizi sociali comunali in stato di disoccupazione e con necessità di un sostegno al reddito. Solitamente si tratta di persone che non hanno bisogno di una formazione specifica al lavoro, con percorsi di durata limitata (massimo 6 mesi).

I percorsi di tipo occupazionale sono rivolti a persone seguite dai servizi di disabilità, psichiatria, Ser.D, che non hanno mai avuto accesso al lavoro o che si trovano in una situazione di crisi per la quale l’occupazione in un ambiente produttivo può costituire un importante fattore terapeutico.
In questi progetti è l’ambiente di lavoro che si adatta alla situazione della persona, alla quale non vengono fatte particolari richieste produttive. L’obbiettivo è invece il raggiungimento dei prerequisiti lavorativi, quali una sufficiente capacità di rispettare orari, regole e ruoli di un contesto lavorativo strutturato. Questo traguardo rappresenta il primo gradino di avvicinamento al lavoro e viene seguito, in caso di esito positivo del percorso, dalla formazione al lavoro vera e propria.

Gli strumenti dell’inserimento lavorativo

Per realizzare i progetti di inserimento lavorativo, abbiamo creato un sistema che si basa su tre strumenti fondamentali:

  • Il Lavoro: è proprio la formazione “in situazione” a offrire i maggiori spunti di apprendimento e crescita, sia dal punto di vista tecnico, che da quello relazionale. L’apprendimento di mansioni progressivamente più complesse nei diversi settori produttivi, e la struttura stessa del lavoro (ritmi regolari, relazioni significative legate all’organizzazione), costruiscono e rafforzano l’identità lavorativa della persona

  • L’Affiancamento: lavorare al fianco degli operatori crea un’ulteriore possibilità di sviluppo della situazione lavorativa in inserimento. Gli operatori sono innanzitutto colleghi che svolgono la loro principale funzione educativa proprio nel vivere responsabilmente i loro compiti. Affiancando le persone inserite nell’apprendimento delle mansioni, mirano a trovare approcci adeguati alle diverse caratteristiche dell’individuo. Così facendo, creano risorse, rilevano criticità e scoprono le motivazioni sulle quali far leva per raggiungere gli obbiettivi del progetto

  • Il Tutoring: i tutor aziendali sono i responsabili dei progetti educativi. Monitorano i percorsi e il grado di raggiungimento degli obbiettivi, accompagnando ogni persona con colloqui motivazionali e verifiche sia interne che condivise con gli enti esterni. Oltre a questo, sostengono gli operatori nel loro compito educativo e nella gestione delle criticità che normalmente si presentano all’interno dei percorsi

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Qualità

Il servizio di inserimento lavorativo della Cooperativa Sociale Verlata è certificato secondo norma ISO:9001.

Contatti

E-mail: tutors@verlata.it
Telefono: 0445 856212