L’introduzione all’interno della programmazione del centro diurno di attività a carattere culturale nasce dall’esigenza di dare alle persone inserite all’interno del centro diurno Casetta un tipo di progettazione e intervento che possa “uscire” dal centro stesso.

Molti ospiti presentano abilità sul piano cognitivo e relazionale, e siamo al lavoro per permettere loro l’immersione in una situazione che per molte persone è semplice quotidianità.

I temi delle proposte non hanno limiti: approfondimento di opere e vita di pittoriricerca di tematiche a carattere scientifico e biologicorealizzazione di piccole sperimentazioni, come ad esempio la ricerca di contenuti inerenti i vulcani… Le attività culturali permettono l’uscita, fisica e non solo, dagli spazi del centro, e si affiancano comunque alle dinamiche di inclusione sociale già attive (piscina pubblica, cinema, uscita al bar…).

In fase progettuale…

Quello che noi educatori avevamo in mente in fase progettuale era di presentare un iter flessibile:

  • una fase preliminare di preparazione e costituzione dell’attività;
  • una fase informativa e di ricerca del materiale;
  • una fase che potremmo definire “di studio”, ossia di visione condivisa dei contenuti;
  • uscita nel territorio dove possibile.

Molti dei nostri ospiti hanno sperimentato in passato l’esperienza scolastica e forme di conoscenza e apprendimento, supportati dall’insegnante di sostegno. Come educatori ci motiva l’idea che questi ragazzi possano continuare queste esperienze di acquisizione e sperimentazione anche dopo il completamento del percorso scolastico. Le nostre attività culturali, seppur rivolte a persone con deficit gravi e con obiettivi diversificati rispetto a quelli del contesto scolastico, accompagnano le persone ad acquisire nuovi contenuti, o a riviverne altri magari già appresi in precedenza.

Fare esperienza per nuove cose da imparare e da fare.

L’idea di fondo che muove la proposta è dunque quella del “fare esperienza”, di trovare piacere nel proporre nuove cose da imparare e da far fare. L’esperienza, seppur partita da poco tempo, ha messo in luce un fatto molto interessante, ossia che le persone inserite, se opportunamente stimolate, sono loro stesse promotrici di attività e propongono argomentazioni da trattare e da approfondire, esplicitando i loro gustipreferenze e curiosità.